Memorandum

E’ prematuramente mancato Domenico Siclari, professore ordinario di Diritto amministrativo e componente dell’Editorial staff di questa Rivista.

Domenico aveva un ingegno multiforme, che esprimeva nelle sue varie attività e che lo hanno reso un giurista bravo ed eclettico.

Si laureò con me sia alla triennale che alla specialistica all’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Divoratore di libri ed assiduo frequentatore della Cattedra di diritto amministrativo, impegnò tutto se stesso nello studio, che amava profondamente.

Per iniziare il suo cammino accademico, su suggerimento di Giacinto della Cananea, partecipò al master internazionale dell’EPLO, coordinato da Sabino Cassese e Jean Bernard Hauby, con i quali  lui – pur appena laureato – fu in grado di intessere un rapporto colloquiale che durò nel tempo.

Si aprirono così subito orizzonti internazionali. Vincitore di una borsa di studio regionale, cominciò a frequentare la prestigiosa Università di Santiago de Compostela, dove poi tornò più volte per lunghi periodi di studio e di insegnamento. E come era nel suo carattere, fu in grado di intessere rapporti di amicizia con i colleghi di quella sede.

Si avviò lungo il percorso del dottorato, scegliendo di andare a studiare all’Università di Roma Tor Vergata, dove è stato seguito dai professori Picozza, Franchini e Police, che ne apprezzarono sin da allora le doti umane e quelle di studioso.

Si introduceva così a pieno titolo nel contesto nazionale del Diritto amministrativo. Chiamato come ricercatore presso l’Università per gli Stranieri di Reggio Calabria nel 2010, progredisce rapidamente grazie alle sue qualità scientifiche; professore associato nel 2015, diventa ordinario di Diritto amministrativo a 35 anni nel 2019.

Cresce nella “sua” Università per Stranieri, in cui impegna tutte le energie e capacità didattiche. E’ prima Direttore del Dipartimento e poi Pro Rettore.
Memore di appartenere ad una Scuola, intesta il Centro di ricerca di Diritto amministrativo al prof. Enzo Silvestri.
La sua curiosità intellettuale lo porta ad interessarsi di vari campi del diritto e più in generale di ogni forma culturale. Affronta temi originali, poco approfonditi dalla dottrina, quale la Corte dei conti europea (La corte dei conti europea nel sistema multilivello dei controlli, Napoli, 2012; The European Court of Auditors: The Effectiveness of its Functions in the Present Financial Crisis, in European Public Law Series, European Public Law Organization, Athens, 2013), la bonifica dei siti inquinati (La bonifica dei siti inquinati tra tutela dell’ambiente e giustiziabilità delle pretese, Napoli, 2017), le sovvenzioni pubbliche (Le situazioni giuridiche soggettive nella disciplina delle sovvenzioni pubbliche, Napoli, 2018), ma il suo amore principale rimane quello dei beni culturali, a cui dedica molti studi (Valore della bellezza e crisi della cultura. Sul valore dei beni culturali nell’epoca glocale, 2014; E Picozza, D. 2 Siclari, Per una (ri)costruzione dei patrimoni culturali immateriali, in www.federalismi.it, n. 21/2019), ma anche un impegno sul territorio, valorizzando i trascurati siti archeologici della Calabria.
Le sue passioni, che spesso trasformava in approfondimenti scientifici, erano molteplici. Amava l’attività circense e scriveva lavori sulle norme giuridiche che regolano gli spettacoli viaggianti (Il circo e gli animali: La normativa inerente agli animali, in Conoscere, creare e organizzare Circo. Storia, linguaggio, discipline, creazione, diffusione, normativa, a cura di V. Campo, A. Serena, Franco Angeli, Milano 2019), tanto da essere chiamato a far parte della relativa commissione ministeriale. Forte del suo diploma di pianoforte, amava e componeva musica e nello stesso tempo con il prof. Picozza scriveva testi giuridici sul diritto e la musica, ricordando i fondamentali lavori di un grande maestro come Pugliatti.
Pur con questo apprezzabile curriculum universitario, Domenico ha mantenuto sempre il suo stile nei rapporti umani, mai superbo o arrogante, sempre aperto alle esigenze delle persone che incontrava, disponibile a qualsiasi iniziativa che diffondesse la cultura nelle aule universitarie o sul territorio. Ma soprattutto apprezzato dagli studenti, che seguiva con passione, intessendo con loro diuturne discussioni oltre ogni orario di lezione.

Ci mancherà molto, ma troveremo occasioni per ricordarlo

Francesco Manganaro